SCOOOOOOP DI REPESA
A posteriori, quanto fu davvero un problema di salute e quanto, invece, che non potevi lavorare? “Non è stato un rischio di salute, ma chi mi conosce sa che io spendo le stesse energie sia in allenamento che in partita. Non sono uno che arriva per far lavorare gli assistenti o parlare a telefono, per me è come una Messa, l'allenamento, e io soffrivo come un cane per tante stupidaggini che la gente fuori non conosceva. Non riuscivo a dormire, non riuscivo a fare quello che volevo”
Un esempio di questi problemi? “Non sono una persona che parla male, chi non lavora non sbaglia mai, ma c'erano giocatori come Baldasso e Fantinelli che venivano da operazioni, e mi era stato detto che sarebbero stati pronti fin dal primo giorno. Io a Bologna non sapevo con chi parlare, il fisioterapista dava le diagnosi mentre era in barca e non c'era il dottore. Il primo settembre il dottore disse che Baldasso poteva tornare e Fantinelli no, ma non era pronto e non avevamo altri giocatori per confusione nei trasferimenti: iniziò bene ma venne asfaltato. Io voglio bene a tutti, ma lavorare in quel periodo, per un professionista come me, fu una sofferenza enorme”
Quindi c'era disorganizzazione? “Assolutamente, non ci dormivo la notte, non capivo come uscire dal tunnel”
Ora torneresti? “La cosa importante è che la Fortitudo funzioni, e ora le cose vanno bene. Complimenti a tutti”