| da stadio ORGOGLIO BIANCONERO ALLA PARTITA D'ADDIO DI BINELLI Festa grande stasera per "Gus" con Messina, Sasha e Rigaudeau BOLOGNA - 1839 persone su Facebook hanno aderito alla partita di addio di Gus Binelli, ma stasera al Paladozza dovrebbero essercene di più. Sarà l'ultima volta in campo per l'Airone di Carrara, il grande acquisto dell'avvocato Porelli, il gigante coordinato che venne mandato un anno a New York ad imparare il mestiere per poi dedicare la sua vita alla Virtus. L'italiano che fu scelto con il numero 40 dagli Atlanta Hawks quando la pratica non era così normale come potrebbe sembrare oggi. Stasera il popolo bianconero gli tributerà l'ultimo applauso in canotta. Per il 46enne pivot sarà una serata carica di emozioni. Prima il minibasket - è istruttore ma farà qualcosa di più importante perché a Bormio lo attendono per il corso allenatori nazionali - poi alle ore 21.00 la squadra virtussina che vinse scudetto e coppa dei campioni nel 1998 contro «gli amici di Gus». Ettore Messina e Alberto Bucci in panchina. In campo di tutto, da Sasha Danilovic e Antoine Rigaudeau in giù. Sarà un'occasione anche per fare beneficenza: l'incasso sarà devoluto all'Ageop. I biglietti costano solo 10 euro, cinque per chi ha meno di 14 anni, ma vista la buona causa si può andare oltre. I cancelli saranno aperti alle 19,30. Non sarà una partita o un momento triste, sarà una festa tutta bianconera. c.l.
da il domani LA FESTA Stasera alle 21 la partita d'addio di Augusto Binelli, icona della Virtus, tanti invitati illustri Torna in campo grande Gus, questa è la tua sera Con Danilovic, Brunamonti, Villalta in campo anche i figli Thomas e Andrea. Incasso pro-Ageop di Marco tarozzi E' la sera dell'emozione e delle lacrime. Anche uno come Augusto Binelli, così riservato nei gesti e nelle parole, non riuscirà a trattenerle. Perché questa è la sua ultima recita, la grande festa d'addio, e va in scena nel palazzo in cui tutto iniziò, quando ancora era un ragazzone lungo e acerbo pronto ad affrontare una vita di basket. Lo ha fatto, lasciando il segno. Sul basket italiano e con la canotta bianconera, indossata 563 volte, record assoluto nella storia del club. Per capire chi è Gus, e cosa ha dato a questo sport, basta dare un'occhiata alla lista degli invitati illustri che questa sera non hanno voluto mancare all'appuntamento. Quelli della "Kinder '98" e i "Gus Friends", le due formazioni piene di stelle che scenderanno in campo per l'amico che chiude i conti con il parquet, almeno ufficialmente. Di qua tutti quelli che condivisero con Gus un sogno inseguito da sempre, che quella notte a Barcellona salirono con lui sul trono d'Europa e sorrisero vedendolo sfoggiare, dopo il trionfo, una inattesa chioma biondo platino. Sua maestà Danilovic, Rigaudeau, Abbio, Nesterovic, Frosini, Crippa, mentre forse non ce la farà Zoran Savic. Con loro, nella mente e nel cuore, Chicco Bavaglia, talento strappato alla vita troppo presto, e mai dimenticato da chi ne ha apprezzato, oltre alla classe, la scanzonata umanità. Di là tutti gli altri, a partire dai totem che hanno preceduto Gus in bianconero, indicandogli la strada: Gigi Serafini e Renato Villalta. Insieme a Roberto Brunamonti, capitano nella leggenda, e a John "Kociss" Fultz. E ci saranno Ettore Messina e Alberto Bucci, in panchina a dargli ancora una volta "dritte " tecniche. E ci saranno Andrea e Thomas, i Binelli di nuova generazione, orgogliosi di partecipare alla festa di papà. E ci saranno, si spera e si immagina, come minimo i 1841 che hanno sposato la causa di questa partita d'addio su Facebook, e magari anche qualcuno di più, sugli spalti del PalaDozza che ritroveranno stelle mai dimenticate, e alle quali non siamo più abituati da tempo. Poi, dopo la festa e gli applausi, quando le luci si saranno spente, l'eterno ragazzo che avrà quarantasei anni a settembre continuerà a masticare e macinare pallacanestro. Da tecnico (tra pochi giorni sarà al corso nazionale di Bormio), a cercare nuovi talenti come fecero con lui, perché nulla lo diverte più che insegnare il verbo ai giovani. Bisogna esserci. Bisogna viverla, questa serata di commiato. E significherà anche sposare una causa nobile: l'intero incasso (biglietti a 10 euro, ridotti a 5) sarà devoluto all'Ageop. Per volere di Gus. Campione, sempre.
da il resto del carlino «Nella Nba grazie ad Augusto» Nesterovic «Con i suoi consigli ho sfondato negli Stati Uniti: lui era già vecchio allora» Bologna - Alessandro Gallo NON POTEVA mancare un tocco di Nba alla festa di Augusto. Radoslav Nesterovic, per tutti Rascio, è uno dei protagonisti più attesi. Trentaquattro anni, Rascio è reduce da una stagione a Toronto con Bargnani e Belinelli. Oggi è free agent e non gli dispiacerebbe tornare in Europa. Nesterovic, quali sono i suoi ricordi di Binelli? «Era già vecchio allora, quando arrivai in Virtus, tredici anni fa. Non scrivetelo, diversamente si arrabbia». Gus le perdonerà questo e altro. Che lei sia qui sarà un motivo d'orgoglio. «Non sarei mancato per nessun motivo. Sono stato solo due anni a Bologna, ma per me sono state due stagioni fondamentali, formative». Grazie alle quali sì è costruito una solida carriera Nba. «Senza la Virtus e senza Augusto non ci sarei arrivato». Però lei, tredici anni fa, arrivato quasi in incognito come quinto lungo, divenne il pivot preferito di Messina. «C'erano troppi giocatori. Amaechi, infatti, andò via. Forse io e Savic eravamo più funzionali. Ma ci fu spazio per tutti, per Frosini come per Gus». Binelli le ha insegnato qualche movimento? «Qualcosa in particolare no. Ma da lui, come da Savic e Danilovic, Frosini e Rigaudeau, ho imparato come comportarmi, come rapportarmi con gli altri anche fuori dal campo. Vuol sapere qual era il segreto di quel gruppo?». Ce lo dica. «I veterani, come Gus o Sasha o lo stesso Zoky, ti aiutavano a crescere. Era una squadra nella quale era facile imparare e migliorare». Ma ricorda ancora quell'Eurolega e quello scudetto nel 1998? «Impossibile dimenticare. Sono due frammenti che mi porto dietro, orgoglioso di aver condiviso un progetto». E' free agent, la cercheranno Messina e il Real, non trova? «Non mi dispiacerebbe tornare in Europa». E la Virtus? «A Bologna ho vissuto gli anni più belli, con un club che lottava anche per una finale di Eurolega. Sono cambiate tante cose, ma se la Virtus se tornasse competitiva per lo scudetto tornerei volentieri».
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