Fonte: il Resto del Carlino - Alberto Crescentini
Crabs, ultima sconfitta. Braschi getta la spugna: Rimini va in liquidazione
Verdetto. Nessun salvatore, il cda ratifica la fine. E’ UN VERDETTO inappellabile, è un tremendo cazzotto nella bocca dello stomaco per chiunque ha a cuore le vicende della pallacanestro riminese. Ieri, al termine di quella che è diventata l’ultima assemblea del cda, il Basket Rimini è stato posto in liquidazione e non potrà pertanto iscriversi al campionato di LegaDue, così come tramonta pure la possibilità di vendita del titolo sportivo.
Si spegne, dunque, una realtà che ha alle spalle ben 64 anni di storia, la metà esatta dei quali passati tra i professionisti, vuoi che parliamo di A1 o A2.
Gli ultimi, frenetici incontri non hanno sortito effetti, gli appelli del presidente Adriano Braschi sono caduti nel vuoto, così come non sono sfociati in nulla di concreto i fitti colloqui tra Luciano Capicchioni e Gilberto Sacrati, almeno sulla carta un potenziale acquirente del titolo, mentre Giorgio Corbelli, che per alcuni mesi è stato presidente del club di via Dante, si è progressivamente defilato dopo aver visto la brutta piega che stava prendendo la faccenda.
SI’, PERCHE’ sono mesi, anzi anni, che i Crabs hanno il respiro sempre più affannoso: le risorse scarseggiano da tempo, con la public company Rimini Sport, che detiene il 50% delle quote societarie, che si è purtroppo sgonfiata, ha perso soci, creando problemi sempre più grossi per la sopravvivenza del club.
L’arrivo di Corbelli aveva forse illuso che i guai fossero alle spalle, ma va precisato che da subito, con estrema chiarezza, "mister Telemarket" aveva detto che avrebbe dato una mano, questo sì, così come è stato lui a coinvolgere lo sponsor Antonello Morina (Immobiliare Spiga), però non sarebbe stato l’unico salvatore della patria, l’uomo che avrebbe ripianato i gravosi debiti.
RIMINI ha pagato poi alcune scelte discutibili fatte nel recente passato, a cominciare dall’essersi fidata di Luca Bergamini quale patron, quale uomo della provvidenza piovuto dal cielo.
L’1 ottobre 2009 l’annuncio in pompa magna della nuova, ambiziosa proprietà, con Alberto Bucci quale futuro presidente della società e il marchio Riviera Solare come sponsor: ai primi di febbraio del 2010 la scoperta del bluff.
Quattro mesi — davvero troppi — persi malamente da Braschi nella speranza, vana, di aver finalmente trovato una soluzione ai problemi del club.
CON OGNI probabilità al momento Rimini non ripartirà neppure da una serie minore, mentre Capicchioni continuerà a mandare avanti il settore giovanile come stava già facendo con la società Crabs 1947. Capicchioni avrebbe inoltre per le mani un titolo di B dilettanti (Ozzano, ndr), però ritiene che non ci siano i tempi necessari per tentare subito un’operazione di rilancio.
Non molla però la presa, il procuratore sammarinese che gestì in prima persona la squadra di LegaDue dal 2002 al 2006, promettendo altresì di muoversi al fine di creare i presupposti per una ripresa dell’attività senior, magari dalla prossima stagione.
Ma adesso il canestro riminese è rimasto vuoto. Desolatamente vuoto dopo un’annata eccellente culminata con un terzo posto in regular season, pur tra mille problemi di natura economica.
Fonte:
www.legaduebasket.itCommovente e malinconica lettera d'amore di un tifoso che lancia il suo grido di dolore per la fine del Basket Rimini Crabs"È così Che va via un po’ di noi
È così Che se ne va
Senza tante parole
Senza fare più rumore, quel po’ di noi
E se ne va
E non lascia più l’odore
E nemmeno le parole
Quel po’ di noi"
Niente meglio di questa struggente, vissuta ballata dei Negramaro riassume meglio il sentimento di un momento così.
Sono passate poche ore, lo smarrimento regna sovrano. Non danno più ristoro momentaneo nemmeno le accuse, le recriminazioni. Vukcevic e Caja sembrano ricordi vecchi di 10 anni. E forse più. Non viene nemmeno voglia di parlarne più. Chi ama non può pensare che la persona amata da un momento all'altro non esista più. non lo può concepire. Il filosofo Gabriel Marcel diceva: "ama (può amare solamente) chi (colui che) dice all'altro: tu non puoi morire". Ho negli occhi le lacrime di Gradisca, neo sposa, nel momenti in cui finisce il banchetto di nozze, ed è il momento della partenza.
Caro Basket Rimini, il problema è che in questa città sono pochi quelli in grado di amare così visceralmente, veramente le cose.
Fino alle estreme conseguenze. e te ne vai nel momento culmine del calendario riminese, l'inizio dell'estate, piena di speranze; le tue ceneri si disperderanno nella sabbia, calpestate da qualche turista distratto.
Riposa in pace, sperando che la tua morte possa portare un senso di inquietudine, in chi ti ha amato ed in chi distrattamente legge della tua fine sulle locandine, in costume sullo scooter, facendo la fila per i cassoni; un senso di inquietudine, in una città dove si lavano le domande esistenziali con la doccia, come si pulirebbe la sabbia dopo una partita di beach volley: possibile che unico ideale di una città sia una spiaggia, la propria “cricchetta” di amici, il vivacchiare bene e basta? Possibile che nulla riesca ad attrarre e smuovere in maniera pseudo duratura una intera città? Possibile che l'unica cosa di cui si parli sia la notte rosa o la nuova tecnologia del momento o un nuovo locale aperto?
Mi auguro che queste domande risuonino nella pubbliphono della coscienza di ognuno dei miei concittadini, perchè a questa morte non segua quella lenta (ma inesorabile) di una città che rischia seriamente di avviarsi al cinismo ed alla chiusura, rinnegando valori di intraprendenza, accoglienza e fedeltà che hanno fatto la nostra vera storia.
Caro Basket Rimini, sono sicuro che prima o poi, come gli esuli riminesi in giro per il mondo, torneremo a vederti in infradito a prendere il caffè in qualche baretto al mare per l'estate di un nuovo campionato. sarebbe bello che quel giorno al tuo timone ci fosse qualche condottiero spavaldo ed entusiasta come il nuovo manipolo di coraggiosi al comando dell'A.c. Rimini 1912: sembra esserci dietro della buona stoffa.
Zaghini & figli