Travolgente Virtus chiude in testa e ai playoff trova Tortona
di Walter Fuochi
Diluviano canestri nel cielo sopra la Fiera, annaffiando come gocce generose di champagne un primato nella fase regolare cui la Virtus brinda dall’alto di un irreale + 47, sotterrata la mezza Trento che le càpita di ospitare. Col massimo della serietà, va detto, anche se questa, nello sport, traduce spietatezza. La Segafredo completa con una vittoria da libro dei record le sue trenta partite di prima fase, sale a 22 vinte contro 8 perse e chiude al primo posto, condiviso con la Milano salvata a Cremona alla sirena da una tripla di
Melli (72-73), ma sparigliato per differenza canestri nei due scontri diretti. Sarà, formata questa fila indiana, la squadra da battere dell’imminente playoff. Oppure, sposando l’altro criterio di detentrice e sfidanti, quella da battere sarà l’Armani, ornata di scudetto. Dalle solite due per ora non si scappa, a meno di scoprire nelle prossime serate nuove candidate. Brescia ha già alzato la voce: sarà al ballo per vincere, non per smarrirci la Louboutin. Non le resta adesso che alzare la palla.
Il playoff parte sabato 11 per la Virtus, la cui pole position dava diritto di scelta. Chiesta la data feriale, esordirà in Fiera contro la prevista Tortona, replicando poi in gara 2 di lunedì 13. Si salirà poi in Piemonte per gara 3 e gara 4, e infine la bella, se ci vorrà, è in agenda qui per lunedì 20. L’affaccio sulla semifinale sarebbe poi con vista su Venezia o Reggio. Milano è sull’altro ramo di tabellone, al via domenica: affronterà prima questa Trento dimezzata, poi Brescia o Pistoia. Se il duopolio non avrà fatto sconti, andrà in scena la loro quarta finale di fila. Ci sarà tempo per scoprirlo vivendo. Sul primo posto ha speso intanto parole d’orgoglio Luca Banchi, dopo aver ricordato la recente dipartita di Corrado Pellanera, « uno di quelli che ci consentono, con quel che fecero allora, di essere qui ora. Questo primo posto - ha detto il coach - è figlio di un finale di campionato molto impegnativo. Il calendario ci opponeva negli 8 turni finali sei squadre che faranno i playoff. Tutte battute, tranne Pistoia, uno scivolone che ci servirà a meditare. Diverse le abbiamo sconfitte a casa loro, e spesso a 48 ore da durissime gare di Eurolega».
Disossata dalle assenze a soli otto titolari, l’Aquila dolomitica poteva farsi prestare Dunston e Lomazs, designati per la tribuna, se si potesse fare. Galbiati ha ruotato i suoi pochi («scusate per la partita inguardabile che vi abbiamo inflitto » ), Banchi ne aveva già visti dodici a metà corsa, ridate le carte chiamando Mickey e Abass in quintetto, subiti vivi e svegli, e chiedendo a Cordinier di attaccare forte il ferro. La Virtus ha subito preso il largo: 30- 15 il primo quarto, punti da Roland Garros, anche per chi era già in pizzeria. Timbrato da Belinelli il secondo quarto (15 punti in 7’ scarsi, di un 21- 0 tranciante), il riposo separato da 36 punti era già una fine delle trasmissioni. La grandine s’è allargata fino al - 49 nel terzo quarto e al -55 nel quarto, quietandosi solo nel finale a ombrelli chiusi. Belinelli dunque (5/6) il più preciso, Mickey (4/4 da tre) la risorsa riscoperta, Lundberg ( 4/ 5) e Cordinier (3/7) la staffetta ideale di guardie, buone davanti e dietro, in una goleada che ha dato minuti a tutti, ma riscontri minimi dalla debolezza di Trento. Che comunque andrà ai playoff, e non da ultima. Qui non aveva squadra per opporsi, e nessuno dei suoi ha rubato l’occhio, incluso
l’Ellis promesso sposo dell’Olimpia. Lo scarto fisico e tecnico è stato subito impietoso, non aggredibile. Una pratica da riporre al più presto, per Trento, ma pure per Bologna. Altro saranno i playoff. Almeno così si racconta.