FOREVERBOYS 1979

RIVIERA SOLARE

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Deglie84
view post Posted on 30/6/2011, 11:44 by: Deglie84




Fonte: La Voce di Romagna - Matteo Peppucci
Crabs addio, riposa in pace. Rimini senza basket dopo 64 anni

Riposa in pace, vecchio Basket Rimini. Cerca di perdonare chi ti ha ucciso e chi, ovvero un’intera città, se ne sbatte completamente se dopo 64 anni non ci sei più. Prova a perdonarli, se puoi. E saluta con affetto Corrado e Gianluca Sberlati, che una vergogna così non se la meritavano, da lassù.
Con loro, una fine del genere, non la si sarebbe mai fatta. Una fine ignobile, ingloriosa, indegna di tutti i campioni e di tutti i maestri di basket passati di qua. Cinque tristi righe, fra l’altro stilate dai "sindaci revisori", bastano e avanzano per sentenziare la morte definitiva della massima istituzione cestistica cittadina. I Crabs non esistono più, messi in liquidazione per l’impossibilità di coprire valanghe e valanghe di debiti.
R.I.P E’ durata pochissimo, l’ultima assemblea dei soci della storia di via Dante. Il giorno dopo la "pompa magna" della Nazionale a Rimini, col sindaco Gnassi e il presidente della Provincia Vitali a salire sul carro dei vincitori sia di mattina (al tavolo con Meneghin e Pianigiani c'erano entrambi) che di sera (il primo cittadino sul palco a dirigere a festa dell’AC Rimini promosso in Lega Pro), e proprio a 48 ore dalla Notte Rosa, emblema di una città che sta bene con le sue piade e i suoi aperitivi e non ha bisogno di nient’altro, Adriano Braschi ha comunicato ai soci (cioè a se stesso e a Vecchiato, visto che Corbelli nemmeno c’era e Capicchioni, "tecnicamente", non è socio) che “le diverse trattative volte alla possibilità di individuare nuovi investitori interessati ad ampliare la base sociale sono definitivamente naufragate durante la notte scorsa - recita l’epitaffio biancorosso -. La società pertanto è stata posta in liquidazione e conseguentemente non potrà iscriversi al prossimo campionato di Legadue scadendo domani (oggi, ndc), 30 giugno, il termine ultimo per tale iscrizione. Ciò di fatto ha precluso anche la seconda possibilità ipotizzata: la vendita del titolo sportivo. Si chiude così, con grande rammarico di tutti quelli che hanno lottato e sperato fino all’ultimo, una gloriosa storia durata 64 anni, che ha portato grande lustro alla città, oggi apparentemente indifferente”.
NAUFRAGATI L’agonia è finita, portandosi dietro un mare di recriminazioni, errori e omissioni che qualcuno, ovvero Adriano Braschi, avrebbe il dovere di comunicare. “Non ho altro da aggiungere rispetto a ciò che è scritto nel comunicato - la sua veloce risposta prima di riattaccare -, sono troppo amareggiato. Parlerò se e quando ne avrò voglia, ora non ce la faccio”.
E’ chiaramente distrutto, Braschi, che ha diverse colpe in questa vicenda anche se addossare ogni responsabilità a lui sarebbe esagerato. Il debito di 738 mila euro, che in realtà sale a 1 milione e 38 mila euro considerando il trimestre aprile-giugno, si è cominciato a creare nella stagione 2006-07, all’alba del "dopo Capicchioni".
Lucky Luciano stavolta non ha voluto/potuto chiudere il buco o effettuare l’ennesimo ponte, ma come biasimarlo? Perché uno dovrebbe chiudere i buchi fatti da altri? Da quando la società è tornata in mano a Rimini Sport, è stato un susseguirsi di problemi economici, di piagnistei e canne del gas, di tentativi più o meno risibili di coprire le perdite grazie all’aiuto dei soliti, pochi imprenditori.
RESPONSABILITA’ La Public Company ha retto per 3 stagioni (dal 2006 al 2009), creando comunque un buco perché già allora si spendeva più di quanto si poteva spendere, nonostante il settore giovanile lo pagasse Luciano Capicchioni (tra parentesi, da oggi anche il vivaio "scompare", e questa è la notizia più sconvolgente), che, magari, fosse stato trattato meglio non se ne sarebbe andato nell’estate 2006. Ormai senza alternative, Braschi è stato costretto, nell’estate 2009, a "credere" alle pagliacciate di Luca Bergamini, nella trattativa "Riviera Solare", il punto più basso toccato nella storia del Basket Rimini.
Saltato anche quell’altarino - con la voragine che si allargava - lo scorso giugno si era riusciti, per lo meno, a coinvolgere Giorgio Corbelli - che evidentemente non ha fortuna nelle sue avventure sportive, visto che dove passa lui o si fallisce o si vende - e Immobiliare Spiga, sponsor da 350 mila euro all’anno per 3 anni (ma vi rendete conto??? E si fallisce con un introito simile!). Ma nemmeno l’ingresso di Mister Telemarket è bastato: le mancate coperture da parte di Rimini Sport, anche a causa del "disimpegno" di Maurizio Melucci che fino a "ieri" aveva sempre dato una mano alla palla a spicchi, mentre il "giro delle sette chiese" pubblico foraggiava il calcio dopo anni di aiuti al baloncesto, unite a una gestione della prima squadra sconsiderata (due allenatori sotto contratto, budget sforato di almeno 400 mila euro, ingaggi di giocatori - Piazza e Foiera - quando non ce lo si poteva permettere) hanno spinto nel burrone i Granchi.
Il tutto mentre le Istituzioni paventavano "futuri progetti", senza uno straccio di contratto o sponsorizzazione che, magari, avrebbe potuto convincere Corbelli e Capicchioni a metterci un’altra pezza. Ognuno ha ciò che si merita, e Rimini evidentemente si merita questo. Cioè niente. Il Basket Rimini, però, una fine così non se la meritava.
Riposa in pace, vecchio cuore biancorosso.

Fonte: La Voce di Romagna - Ma.Pepp
Capicchioni: Non posso sempre pagare io

Non è più tempo per i salvatori della patria. Tutti, però, speravano che Luciano Capicchioni anche questa volta ci mettesse una pezza: il gestore del settore giovanile, che ora perderà tutti i parametri dei suoi ragazzi dopo la liquidazione della prima squadra, non ha ritenuto giusto mettere ancora mano al portafogli salvando una creatura ormai profondamente malata.
“C’era poco da fare, la soluzione era comunque negativa e portava da una parte alla cessione del titolo e dall’altra alla liquidazione. Prestiti personali? Li ho già fatti e devo ancora avere indietro. Non è una bella figura per nessuno, ma soprattutto per chi negli anni ha contribuito a fare il bene della pallacanestro a Rimini”.
E’ evidente, il riferimento di Lucky a Corrado Sberlati, dal quale, nel 2002, aveva ricevuto il testimone del sodalizio biancorosso.
VIVAIO E così, mentre Sacrati continua a telefonare promettendo di portare 650 mila euro per un titolo di LegaDue che teoricamente, fino alle 12 di oggi, esiste ancora (...), Luciano tenta di scrutare il futuro ma, in questo momento, non può che ammettere la delicatezza della situazione.
“Ora come ora Rimini è senza una squadra senior di basket - è amareggiato Lucky -. La colpa è di tutti. Della città che non aiuta, dei riminesi che pretendono e non danno, degli amministratori che hanno speso più di quanto potevano. E’ da settimane che stiamo provando a rilevare un titolo di A o B Dilettanti, ma ci vogliono soldi, non è mica gratis. Mi sento in continuazione con gli Amici del Basket e Moreno Maresi, ma non so se il gioco valga la candela. Col settore giovanile andremo avanti, i ragazzi resteranno tutti (o quasi, ndc), ho parlato personalmente con ognuno di loro, e ci chiameremo Crabs 1947 Asd”.
ANNO SABBATICO? Le probabilità di un anno sabbatico quindi sono alte, anche se il titolo di B Dilettanti del Gira Ozzano è li, pronto per essere rilevato (servono circa 50-80 mila euro). Il problema è che forse si sono fatti male i calcoli, visto che c’è tempo fino a oggi per effettuare un’operazione del genere. Dopodiché resterà solo la speranza che la Fip, su richiesta di una nuova Srl appositamente creata, conceda al futuro Rimini Basket di iscriversi a un campionato dilettantistico (C Nazionale?) per meriti sportivi o della piazza.
“Sono tutte possibilità, ma io sono molto stanco, Rimini mi ha deluso - è abbacchiato Lucky -. C’è il rischio, facendo le cose in fretta, di essere troppo precipitosi: magari ci prendiamo un anno di sosta e poi, la prossima estate, ci compriamo un titolo di Lega Due visto che c’è sempre qualcuno in difficoltà. Con quali soldi? Con quelli di eventuali investitori, c’è tempo un anno per trovarli”.
Luciano Capicchioni non è il salvatore della patria, non è un benefattore, ma magari potrà evitare la totale scomparsa del basket a Rimini. E’ lui, da uomo d’affari navigato e intelligente, che deve cercare di unire il tessuto imprenditoriale riminese per ricreare un qualcosa che dia un senso a questa orribile morte. Sarebbe già qualcosa, in questa giornata tristissima. Una stilla di speranza dentro un tunnel che più cupo non si può.

Fonte: La Voce di Romagna - ma.pep
Rimini, ma l'Assessore allo Sport Vitali è sicuro: «Ripartiremo subito dai dielttanti»

In due anni, tre morti devastanti. Rimini Calcio, Crabs, Viserba Volley. Senza poi contare la grottesca situazione della pallamano maschile (serie B), che negli ultimi 3 anni ha sempre rinunciato alla promozione mentre la prossima stagione farà la A2 coi giocatori, tra i quali spicca il neo assessore allo sport Brasini, pronti ad auto-tassarsi.
MORTE E RESURREZIONE Per una città di 150 mila abitanti che si professa "capitale dello sport", sono figure barbine una dopo l’altra. E se è vero che l’amministrazione pubblica non può (e direttamente non deve) foraggiare lo sport privato, è anche vero che lo sport è aggregazione giovanile, partecipazione, e che senza "eccellenze" si rischia di non avere punti di riferimento per i più piccoli, che se vogliono avvicinarsi a qualcosa devono poter "toccare con mano" un campione, un personaggio da ammirare.
La fine del Basket Rimini è terrificante anche per chi, nelle stanze dei bottoni, ha sempre ammesso di essere grande tifoso.
E il presidente della Provincia Strefano Vitali è uno di questi.
“Sono amareggiato, triste, ma penso che fosse impossibile salvare la situazione - attacca - Dobbiamo cercare di ripartire subito da un gradino sotto e costruire un progetto nuovo: in questo modo potremmo fare come tanti altri che sono caduti e si sono rialzati. Penso alla Virtus, alla Scavolini, alla Fortitudo, e magari ne dimentico altre: io sono fiducioso che anche qui si possa rinascere”.
COME FARE? E’ come sempre pieno di buone intenzioni, Vitali, come del resto lo sono sempre stati i politici riminesi. Ma come ci si fa a fidare? Come è possibile, dopo che calcio (serie B di alto livello) e basket (dal 1990 ininterrotamente in serie A) sono scomparse una dopo l’altra e l’unica serie A che ci è rimasta è il baseball, solo perché c’è un super appassionato come Zangheri a metterci i soldi?
“Appunto, la chiave è cambiare strategia, ripartire coinvolgendo da subito tutti gli imprenditori e le associazioni di categoria in un nuovo progetto che punti sui giovani, come magari fece il Basket Rimini a fine anni ’80 (si, ok, però li c’erano Myers, Ferroni e Ruggeri, ndc)”.
Forse Vitali sa cose che noi non sappiamo: tipo, ad esempio, che Rimini eviterà di avere due palazzetti dello sport e zero squadre di basket mente Imola non ne ha neppure uno ma ha l’Andrea Costa.
“Mi sono sentito spesso con Capicchioni, Maresi e anche altri imprenditori che sono vogliosi di partecipare a un progetto serio - continua il presidente provinciale -, ho buoni motivi per pensare che alla fine una squadra senior di discreto livello ci sarà. Lo sport deve diventare un motore sociale, la consapevolezza c’è. Oggi siamo in lutto, ma domani dobbiamo ricominciare: così facendo questa chiusura sarà magari considerata come un incidente di percorso”.
 
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